La storia della letteratura e della creatività è costellata di esempi di grandi autori che hanno dovuto affrontare numerosi rifiuti prima di raggiungere il successo. Queste storie sono la dimostrazione che la perseveranza e la determinazione possono superare le avversità, trasformando i “no” iniziali in trionfi duraturi.
Ecco alcuni esempi celebri di grandi scrittori che hanno affrontato rifiuti e difficoltà prima di raggiungere il successo:
- J.K. Rowling – Harry Potter e la pietra filosofale è stato rifiutato da 12 case editrici prima di essere accettato da Bloomsbury. Oggi, la saga di Harry Potter non solo ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, ma ha anche ispirato film, parchi a tema e un’intera generazione di lettori.
- Stephen King – Il suo primo romanzo, Carrie, è stato rifiutato 30 volte. Addirittura, King aveva gettato il manoscritto nella spazzatura, ma sua moglie Tabitha lo recuperò e lo incoraggiò a riprovare. Quello che sembrava un fallimento si è trasformato in un’opera iconica della narrativa contemporanea.
- George Orwell – La fattoria degli animali è stato rifiutato da molte case editrici, tra cui una connessa a T.S. Eliot, che riteneva il manoscritto “poco commerciale”. Oggi, il libro è un classico della letteratura distopica e una potente allegoria politica.
- Agatha Christie – la regina del giallo, trascorse circa 5 anni ricevendo rifiuti prima di vedere pubblicato il suo primo romanzo. La sua carriera, però, dimostra come la tenacia possa trasformare un’autrice sconosciuta nella scrittrice di gialli più venduta di sempre.
- William Golding – Il signore delle mosche è stato rifiutato da 21 editori prima di essere pubblicato.
- Ernest Hemingway, oggi considerato uno dei più grandi scrittori del XX secolo, dovette affrontare il rifiuto del suo primo romanzo, The Torrents of Spring, da parte dell’editore originale. Questo episodio lo spinse a cercare nuove opportunità, portandolo a pubblicare con Scribner’s, dove trovò il successo con opere come Il sole sorgerà ancora e Addio alle armi.
- Marcel Proust – Alla ricerca del tempo perduto è stato rifiutato così tante volte che alla fine Proust ha pagato di tasca propria per la pubblicazione del primo volume. Nel 1912, Proust completò il manoscritto del primo volume, Dalla parte di Swann, e lo sottopose a diverse case editrici. La prima fu Fasquelle, che rifiutò l’opera. Successivamente, Proust si rivolse alla prestigiosa Nouvelle Revue Française (NRF), diretta da Gaston Gallimard e con André Gide tra i principali collaboratori. Gide, incaricato della valutazione, respinse il manoscritto, influenzato dai pregiudizi sull’autore, considerato un “dilettante mondano”. Si ritiene che Gide abbia letto il testo in modo superficiale o addirittura non l’abbia letto affatto. In seguito, Gide riconobbe il suo errore, definendolo “uno dei rimpianti più cocenti della mia vita”. Un ulteriore rifiuto giunse da Alfred Humblot, direttore della casa editrice Ollendorff, che espresse scetticismo riguardo allo stile di Proust, affermando: “Non riesco a capire come si possano impiegare trenta pagine per descrivere come ci si gira e rigira nel letto prima di trovare il sonno”. Di fronte a questi rifiuti, Proust decise di pubblicare a proprie spese e si rivolse all’editore Bernard Grasset, che accettò senza leggere il manoscritto. Così, il 14 novembre 1913, Dalla parte di Swann vide la luce, segnando l’inizio di un’opera che avrebbe rivoluzionato la letteratura mondiale.
- Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de Il Gattopardo, un romanzo storico pubblicato postumo nel 1958. Nonostante il valore letterario del romanzo, la pubblicazione di Il Gattopardo incontrò molte difficoltà. Giuseppe Tomasi di Lampedusa terminò l’opera nel 1956 e la sottopose a due importanti case editrici italiane, Mondadori ed Einaudi, entrambe le quali la rifiutarono. In particolare, la bocciatura di Elio Vittorini, all’epoca consulente editoriale per Einaudi, fu determinante. Vittorini definì l’opera antiquata, lontana dalle tendenze letterarie del tempo, ritenendola incapace di catturare l’attenzione del pubblico moderno. Il rifiuto fu un duro colpo per Tomasi di Lampedusa, che morì nel 1957 senza vedere il suo romanzo pubblicato. Solo dopo la sua morte, grazie all’intervento del critico Giorgio Bassani, Il Gattopardo fu finalmente pubblicato nel 1958 da Feltrinelli, ottenendo un successo straordinario. L’anno successivo vinse il Premio Strega e divenne uno dei libri più letti e studiati della letteratura italiana.
- Margaret Mitchell – Via col vento è stato rifiutato da 38 editori prima che diventasse un bestseller mondiale.
- Jack Kerouac, autore simbolo della Beat Generation, incontrò notevoli difficoltà nel pubblicare il suo capolavoro Sulla strada. Completato nel 1951, il manoscritto fu rifiutato da numerose case editrici per anni. Solo nel 1957, Viking Press decise di pubblicarlo, e il romanzo divenne rapidamente un’opera fondamentale della letteratura americana, consacrando Kerouac come una voce innovativa e influente.
- John le Carré – Il suo primo romanzo, La spia che venne dal freddo, ricevette un rifiuto con la nota: “Non abbiamo alcun interesse per le storie di spionaggio”.
- Louisa May Alcott – Piccole donne fu rifiutato inizialmente perché considerato “troppo sentimentale”.
- James Joyce – Ulisse affrontò numerosi rifiuti e addirittura problemi legali per oscenità, prima di trovare un editore coraggioso. Anche la raccolta di racconti, Gente di Dublino, completata nel 1905, incontrò molteplici rifiuti da parte degli editori. Tra il 1907 e il 1908, Joyce inviò il manoscritto a diverse case editrici, ricevendo una serie di risposte negative. Questi continui rifiuti ebbero un impatto significativo sulla sua autostima, al punto che Joyce faticava a proseguire nella scrittura, dubitando delle proprie capacità. Nel 1909, sembrava che la situazione potesse migliorare quando la casa editrice irlandese Maunsel & Co. accettò di pubblicare l’opera. Joyce, entusiasta, si recò personalmente a Dublino per firmare il contratto. Tuttavia, anche questa speranza svanì quando l’editore, George Roberts, ritirò l’offerta, lasciando Joyce nuovamente senza un editore per la sua opera. Gente di Dublino vide finalmente la luce solo nel 1914, grazie all’intervento di Grant Richards, dopo quasi un decennio di difficoltà editoriali. Il percorso di pubblicazione di Ulisse fu altrettanto travagliato. Il romanzo iniziò a essere pubblicato a puntate sulla rivista americana “The Little Review” a partire dal 1918. Tuttavia, nel 1920, la pubblicazione fu interrotta a causa di accuse di oscenità legate al tredicesimo episodio, “Nausicaa”, che descrive scene di voyeurismo e autoerotismo da parte del protagonista, Leopold Bloom. Queste controversie portarono a procedimenti legali e alla censura dell’opera negli Stati Uniti. Nonostante questi ostacoli, Ulisse fu pubblicato integralmente il 2 febbraio 1922 dalla libreria e casa editrice Shakespeare and Company di Sylvia Beach a Parigi, città dove Joyce risiedeva in quel periodo.
«Non rientra nella nostra linea editoriale» è generalmente la risposta usata dalle case editrici quando rifiutano di pubblicare un manoscritto. A volte motivano il loro rifiuto. Vediamo insieme alcune motivazioni del rifiuto ricevute dai grandi autori della letteratura:
“Diario di Anna Frank“ di Anna Frank: “La ragazza non possiede, a mio parere, una speciale percezione o sensibilità che sollevi quel libro al di sopra del livello di curiosità. ”
“Carrie” di Stephen King: “Non siamo interessati alla fantascienza distopica. Non vende. ”
“Fiesta” di Ernest Hemingway: “Se posso essere schietta, signor Hemingway, lei sicuramente lo è, nella sua prosa, ho trovato il suo libro noioso e offensivo al tempo stesso. Lei sicuramente è un “vero uomo”, non è così?
“Il libro della giungla” di Rudyard Kipling: “Mr. Kipling, ci dispiace, non sa usare la lingua inglese.”
Queste vicende sottolineano come pregiudizi e letture superficiali possano portare a sottovalutare opere destinate a lasciare un’impronta indelebile nella cultura. Gli editori commettono spesso errori di valutazione riguardo al potenziale di un’opera e alla sua capacità di connettersi con il pubblico. Molti non riescono a prevedere l’impatto che un’opera avrà sul pubblico. Inoltre, molti editori tendono a privilegiare autori già affermati, poiché questi garantiscono vendite sicure e un ritorno economico immediato. Questa mancanza di visione e la paura di rischiare su nuovi talenti possono portare a rifiutare opere innovative che potrebbero rivoluzionare il panorama letterario. Ad esempio, case editrici come Adelphi preferiscono spesso autori già noti, limitando le opportunità per gli esordienti. Questa tendenza evidenzia l’importanza per gli autori emergenti di perseverare e cercare piattaforme alternative per condividere le proprie opere con il mondo.
I più grandi talenti letterari hanno spesso dovuto affrontare ostacoli e critiche prima di trovare il loro pubblico.
La perseveranza è la chiave del successo!
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